Delitto e castigo

Peccato! Davvero un peccato che a Francesca sia stato impedito di terminare il percorso con la selezione regionale. 

Il motivo? HA INFRANTO LE REGOLE.

E cosa avrà mai combinato questa ragazza non ancora quindicenne?  Si è recata con la sua compagna di camera in quella di altre due compagne per chiedere l’ora del ritrovo del mattino successivo (avendo tutte quante requisiti i telefonini)  nonostante il divieto tassativo di uscire dalla propria stanza!

Disattendere una regola  – è vero – merita una punizione, ma è altrettanto vero  che la stessa debba essere proporzionata al “misfatto” e francamente in questo caso ritengo che si sia davvero esagerato e se l’obiettivo è quello di inculcare il rispetto delle regole l’unico risultato è quello di generare la paura delle regole . 

Sono consapevole che talune correnti di pensiero in ambito sportivo ritengono che il raggiungimento di un obiettivo non possa prescindere dalla competizione portata all’estremo, dal rigore imposto da e verso gli atleti, dal considerare la squadra un gruppo di atleti prima ancora che un gruppo di persone ma, sono altresì convinta che il medesimo obiettivo si possa raggiungere in altro modo e soprattutto senza mai perdere di vista che prima dell’atleta devi gestire la persona.

Detto questo, volutamente succinto, desidero esprimere a Francesca il mio personale rammarico per l’inopinato epilogo dell’esperienza in selezione, un rammarico dettato anche dalla conoscenza di una ragazza solare, educata, equilibrata, che gode del rispetto e amicizia delle compagne in virtù del suo carattere schietto e sincero ancorché della stima dello staff tecnico e della società.

Elisabetta Cappelluti

Share This Post On